Skills

Come ho già detto in passato, nel mondo del lavoro impera la lingua inglese. Quindi riunione si dice meeting, “il prima possibile” si dice “asap (as soon as possible)” e le abilità personali si chiamano “skills”.

Il dramma non è tanto l’uso della lingua inglese in sè, anche perché grammaticalmente per noi italiani è abbastanza semplice, ma l’italianizzazione di alcuni termini, per cui una persona abile in un determinato settore diventa una persona “skillata”.

Skill, il titolo di questo articolo, viene dall’inglese “abilità” ed è per l’appunto una qualsiasi abilità che una persona ha, può acquisire e in alcuni casi sviluppare.

Qui faccio un breve inciso, superfluo per chi ha figli in età scolare: l’italianizzazione dei termini inglesi è ormai più di una moda. Killare (da “to kill”, uccidere), grindare (da “to grind”, macinare), spaunare e rispaunare (da “to spawn”, comparire e “to respawn”, riapparire) e così via, sono termini ormai consueti nel glossario dei ragazzini amanti dei videogiochi.

Anche le aziende si stanno adeguando, quindi il comparto “risorse umane”, che una volta si chiamava “ufficio del personale”, adesso si chiama “HR” (human resources), il settore informatico, che una volta si chiamava “elaborazione dati” o “reparto meccanografico”, ora si chiama “IT” (information technologies) e così via.

Quasi tutte queste traduzioni sono un vezzo, nel senso che io non vedo il motivo per cui un’azienda italiana, magari anche piccola e che non abbia rapporti con l’estero, debba avere un HR e un IT, visto che i termini italiani per questi lavori esistono.

Ci sono due lavori (ce ne saranno sicuramente più di due, ma ora mi vengono in mente solo quei due) che però una traduzione in italiano non ce l’hanno, o, meglio, ne hanno una sola per entrambi: “sicurezza”.

Con la parola sicurezza, in italiano, intendiamo fondamentalmente due cose: la condizione esente da pericoli (ad esempio, fare un lavoro in sicurezza) , e la cautela contro eventualità spiacevoli (ad esempio, fare un controllo di sicurezza).

Il fatto è che mentre in italiano abbiamo una parola sola, in inglese se ne usano due, a seconda dell’attività svolta: se consideriamo l’insieme delle misure adottate per prevenire atti intenzionali e per proteggere la proprietà e le persone dalle conseguenze di tali atti (ad esempio furti o aggressioni), parliamo di SECURITY; se invece stiamo parlando dell’insieme delle misure adottate per proteggere la proprietà e le persone da eventuali malattie, incidenti e disastri naturali, allora si parla di SAFETY.

La differenza tra safety e security è, quindi, chiara: non appena c’è un intento dannoso, il rischio si riferisce alla security.

Ma non è questo l’argomento dell’articolo, quindi vado avanti. Inizio con le prime immagini a supporto, ma prima vi spiego dove voglio andare.

Spesso si sente parlare di abilità e competenze, soprattutto negli ultimi anni, in cui, ad esempio, è stato definito che anche a scuola la valutazione degli studenti si debba basare su elementi differenti come l’apprendimento di conoscenze e lo sviluppo di abilità e competenze.

Sicuramente è meglio adesso, ma personalmente ritengo che anni fa la scuola fosse più “completa”, o, meglio, più “formativa”. Intanto, un insegnante di geometria era un insegnante di geometria (non uno di francese che un giorno aveva deciso di insegnare geometria, caso vero, giuro), e l’insegnamento a scuola era una prosecuzione dell’insegnamento che si riceveva in famiglia.

Come dicevo all’inizio, le abilità rappresentano le capacità di applicare le conoscenze apprese per risolvere problemi e portare a termini compiti, sia che tu sia uno studente, sia che tu sia un lavoratore.

Ho pensato che “umanamente” possedere più di due abilità possa rappresentare un problema (nel senso che se hai più di due abilità i tuoi colleghi e soprattutto i tuoi superiori potrebbero diventare ostili…), quindi per ora considererò solo chi ha due “skills” dal punto di vista lavorativo (lo capirete meglio dopo il secondo disegno), per comprendere se il possesso di due di quelle abilità possa “categorizzare”, cioè ordinare, classificare e distinguere in categorie i vari tipi di lavoratori.

Bando alle ciancie, passo agli esempi:

Una delle abilità richieste per lavorare, inutile nasconderselo, è la capacità di fare di conto (anche perchè altrimenti ci potrebbero imbrogliare il giorno della paga!).

Anche saper risolvere un problema è una “skill” richiestissima. E che otteniamo se uniamo queste due abilità, quindi che categoria di lavoratori sono in quell’area di sovrapposizione?

Gli ingegneri! Certo, vero, hanno capacità di calcolo e risolvono problemi. Bene, vediamo un’altra abilità.

Comprendere gli altri è importantissimo, soprattutto sul lavoro: chi si pone nell’area di sovrapposizione?

Ma gli esperti di comunicazione! Certo! Gli empatici per natura! Andiamo avanti.

E’ inutile nascondersi dietro un dito: nei nostri uffici ci sono persone così. Attenzione, avere il DOC non vuol dire essere matti, ma essere molto ossessivi in quello che si fa. E chi c’è in quell’area di sovrapposizione?

Ma certo, chi fa la contabilità! Ovvio che abbia capacità di calcolo, e altrettanto ovvio che abbia un qualche disturbo! E immensamente ovvio che non abbia sovrapposizioni con altre skill (tipo risolvere i problemi!). Andiamo avanti.

Anche qui, tendenza all’alcolismo non vuol dire essere alcolizzati. E chi sono quelli che parlano con le persone e tendono a portare i clienti a bere?

I venditori, certo! Vediamo l’ultima “abilità”.

Qualcuno obietterà: ma che abilità è essere senza cuore? Beh, anche quella va allenata e “migliorata”, vi assicuro. Vediamo le ultime “sovrapposizioni” di skills. Chi è senza cuore e ha chiaramente un disturbo di personalità?

Ma certo! Gli addetti alle risorse umane! E vediamo la penultima “sovrapposizione”, va! Chi è senza cuore e ha tendenza all’alcolismo?

Certo! Gli avvocati! Come non averlo pensato prima!

Ma ora che succede? Mi sono accorto che esistono due mestieri che quelle caratteristiche le hanno tutte: sono senza cuore, hanno un forte disturbo della personalità, tendono a bere (in questo caso molti caffè), capiscono le persone, sanno fare i calcoli ma soprattutto risolvono i problemi di tutti!

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