La food blogger del passato

Quanti programmi televisivi, blog e libri di cucina ci sono di questi tempi?

Solo nel 2018 sono stati pubblicati 88 libri di cucina, e di programmi tv ne è pieno il palinsesto (leggete qui) da almeno vent’anni.

E i “food blogger”? Sono veramente tantissimi, anche perché il cibo è l’unico argomento che attira i lettori al di fuori della regola delle “tre esse” (sesso, sangue, soldi), come mi ricordava l’amica Paola su queste pagine.

Non so perché, ma a pelle sento una repulsione verso questo eccesso di esposizione del cucinare. Soprattutto mi viene la pelle d’oca a sentire filosofeggiare sulla cucina (ho un figlio cuoco, quindi sto rischiando anche la vita a scrivere queste cose).

E poi, parliamoci chiaro. Quante volte, vedendo i piatti striminziti che presentano a “Masterchef”, avete pensato: “ma quella è la porzione per sentire se la pasta è cotta!”?

Io non capisco questa moda di presentare piatti con quantitativi assimilabili alla trasmissione “Chi l’ha visto?” più che a un programma di cucina, dove pare che lo chef più stelle abbia e meno roba metta nel piatto.

Sarà che sono pugliese, ma per me la qualità (obbligatoria, in cucina) deve essere abbinata alla quantità.

Ma soprattutto, quando vedo questi programmi, mi chiedo se sia vero che siamo tutti esperti di cucina come vogliono farci credere.

Le nostre nonne, quelle sì che erano esperte! Ma anche loro sbagliavano!

Infatti, a volte le nonne asserivano cose che facevano parte della tradizione orale, tramandate di madre in figlia, ma che non avevano alcun fondamento scientifico. Vediamo qualche esempio?

Le banane sono l’alimento più ricco di potassio, si diceva, tant’è vero che in caso di crampi si consigliava di mangiare una banana.

In realtà, le banane sono una buona fonte di potassio, ma non ne sono l’alimento più ricco in assoluto. Il frutto è, infatti, superato in classifica dagli spinaci crudi, dalla rucola e dai cavoli crudi (che sono molto meno buoni delle banane, però).

A volte mi è capitato di sentir dire che lo zucchero di canna è più salutare di quello bianco. In realtà, non c’è alcuna differenza in termini nutrizionali tra i due. Non è neppure meno dolce e non contiene affatto meno calorie.

E la storia che l’ananas bruci i grassi? La credenza che l’ananas aiuti a sciogliere gli accumuli di grasso è una delle più longeve.

Queste proprietà magiche sono dovute alla bromelina, sostanza che, tuttavia, favorirebbe la digestione delle proteine e non la neutralizzazione delle calorie e dei grassi. Inoltre, la bromelina è contenuta nel gambo dell’ananas, la parte legnosa del frutto che non viene consumata.

Le nonne di una volta avevano anche un’altra caratteristica. Facevano dei piatti di pasta (o di riso) enormi e consigliavano di “accompagnare” il secondo con il pane. In questo caso, però, non avevano tutti i torti.

Questo perché pane, pasta e riso non fanno ingrassare. È una convinzione diffusa, ma sbagliata.

I carboidrati complessi, contenuti nei tre alimenti suddetti, forniscono all’organismo la “carica” e dovrebbero costituire circa il 60% delle calorie quotidiane. Certo, occorre evitare gli eccessi, come porzioni eccessive e condimenti molto grassi (e qui le nonne esageravano sempre).

È errata però l’idea che debbano essere evitati di sera. Ciò che conta non è il momento in un cui un alimento viene consumato, bensì il bilancio complessivo di calorie a fine giornata.

Ultimamente si sente parlare di assumere cereali integrali, consigliati a chi è a dieta, perché non farebbero ingrassare: questa sì, che è una bufala bella e buona. Il vantaggio rispetto alla pasta “normale” sta nel maggiore contenuto di fibre, mentre le calorie sono solo di poco inferiori.

Le fibre contribuiscono al miglioramento dell’attività dell’intestino e all’aumento del senso di sazietà. Quindi, oltre che consumare più pasta e pane integrali, bisognerebbe mangiare più frutta e verdura, che sono particolarmente ricche di fibra.

Tra le mode attuali (e qui le nonne non c’entrano) c’è la pasta al kamut. Il kamut è il nome commerciale della varietà di grano della sottospecie “Triticum turgidum turanicum” denominata “Khorasan”, dal nome della regione iraniana Khorasan.

Il grano prodotto da questa varietà, spesso esaltato per le sue presunte qualità, altro non è che un marchio commerciale privato, registrato negli Usa. Le stesse caratteristiche possono essere ritrovate anche nel farro o in molte varietà di grano duro italiane.

Quindi attenzione sia quando fate la spesa, sia quando guardate i programmi di cui parlavo prima. Perché nell’era della comunicazione, non è importante comunicare bene e correttamente, ma comunicare.

E poi, questa moda del cibo in tv ha fatto diventare tutti esperti, tant’è vero che quella del “food blogger” è ormai diventata una professione.

Il primo “food blog” della storia si chiama (perché esiste ancora) Chow ed è nato negli U.S.A. nel 1997: per chi ricorda cos’era internet a quei tempi, era una gran cosa, anche se si trattava (come tutti i blog, allora) di una semplice bacheca dove scambiarsi consigli sui posti migliori dove andare a mangiare.

Ovviamente in Italia per vedere il primo food blog si è dovuto aspettare marzo 2005, quando Sigrid Verbert (se googlate la riconoscerete, io la ricordo in TV), creò il blog “Il Cavoletto di Bruxelles” e iniziò a pubblicare ricette online.

Da allora c’è stata la moltiplicazione dei blog. Qualche anno fa ricordo di aver letto che solo in Italia ci sarebbero almeno 2.500 food blog.

E altrettanti food blogger. Ma c’è qualcuno che conosce un food blogger migliore della propria nonna?

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31 pensieri riguardo “La food blogger del passato

  1. Certo che l’ananas fa dimagrire…sempre che si vada a piedi a raccoglierlo dalla pianta originaria.
    Io ho smesso da parecchio di guardare i programmi di cucina, quelli di medicina e i dibattiti vari sulla politica, oltre che i vari forum e i programmi delle varie chiacchiere inutili. Ad ascoltare quelli lì, tutti quanti, i tuttologi, si diventa scemi.
    A me, a cucinare, hanno insegnato le mie nonne e mia madre e io l’ho insegnato a mia figlia. Poche regole di base, nessun spreco, tanta fantasia e porzioni decenti. Ho un vecchio libro di cucina stampato nel 1900, tanto per sapere come si fa a far bollire l’acqua.
    Per il resto (glucidi, lipidi, proteine, vitamine e calorie) mi basta quello che ho studiato in merceologia e in chimica organica.

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  2. Ho solo una piccola obiezione. Non mi pare che si dica che lo zucchero di canna (ho iniziato, alla mia veneranda età, a usarlo da… una settimana!) è più salutare per i motivi che dici tu, ma solo perché è meno “raffinato”. Sono strafelice di aver saputo che posso continuare a mangiare carboidrati senza sentirmi in colpa e a mangiarli la sera, cosa che decisamente preferisco. Invece, quando racconterò a mia figlia la bufala del Kamut le prenderà un colpo. Forse è meglio che la lasci alle sue illusioni…

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  3. Oddio, le mie nonne sono per l’eccesso di abbondanza e di fritto… quindi a livello salutistico diciamo che non è il massimo! 😉
    Per quanto riguarda le false convinzioni sul cibo ce ne sono molte altre come ad esempio che mangiare arance e quindi vitamina C aiuti a prevenire il raffreddore… il fatto è che da nessuna informazione scientifica siamo passati a troppe informazioni e anche oggi, non riuscendo a distinguere il vero dal falso, finiamo per credere a tutto.
    Ciao, buona serata.

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  4. Mio figlio si ostina a guardare programmi di cucina (anche alla decima replica) ma a precise domande risponde sempre di non avere capito.
    Dice di tenerli solo come sottofondo, perché gli fanno compagnia.

    Mia madre era una ottima cuoca, davvero bravissima, e mio zio (non suo fratello) era chef.
    Mia cugina, figlia dello zio chef, ha ereditato passione e bravura culinarie, anche se non come professione.
    Dovrebbe e potrebbe tranquillamente partecipare ai programmi di cucina televisivi, e scommetto che arriverebbe tra i primissimi.

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      1. E sono d’accordo! E quei piatti presentati come fossero quadri con porzioni da chimico…mi danno il nervoso anche perché poi succede che tu che lavori e hai FAME…vai al ristorante e ti mettono quei tre grammi di pasta davanti e a te viene l’istinto omicida…

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