In a lifetime

Negli anni ’90 viaggiare era molto più complicato di adesso: non esistevano le cosiddette OTA (acronimo di Online Travel Agencies, le agenzie viaggi che troviamo in internet) e per prenotare un viaggio bisognava andare nell’ufficio di un’agenzia viaggi tradizionale. Certo, internet c’era già, ma non era così diffusa e pochi riuscivano ad immaginare che un giorno avremo organizzato i nostri viaggi online e con pochi click.

Per non parlare di altri due particolari: non esistevano gli smartphone, che ci permettono di avere un navigatore satellitare aggiornatissimo in tasca e soprattutto non erano ancora nate le compagnie low-cost; i voli erano abbastanza costosi e per orientarti sul posto il massimo che potevi fare era comprare una cartina (nel senso di mappa cartacea, malpensanti).

Però in quel periodo ero scapolo, avevo qualche soldino da parte e insieme ad un gruppo di amici organizzai un viaggio in Irlanda. Organizzammo un bel giro, Dublino, Waterford, Cork, Limerick, Galway e Sligo, che sono le principali città irlandesi: ricordo soprattutto che a Dublino andammo alle vecchie distillerie del whiskey Jameson, le famose “Jameson Distillery Bow St.”, che sono in realtà un museo mentre il “prodotto” vero e proprio (che era uno dei miei whiskey preferiti) veniva distillato tra Waterford e Cork.

Quando arrivammo a Sligo, penultima tappa del viaggio prima di tornare a Dublino, nacque una discussione all’interno del gruppo: io volevo andare ancora più a nord (poi vi dirò perché), mentre gli altri volevano tornare a Dublino e poi rientrare in Italia. Mi accodai al gruppo, naturalmente, perché andare da solo in giro per l’Irlanda non è che mi ispirasse più di tanto.

In realtà io volevo andare nella contea di Donegal, nel nord ovest, e più precisamente nella cittadina di Gaoth Dobhair (Gweedore in inglese), un piccolo villaggio di pescatori in cui si parla ancora l’antico gaelico. Perché ci volevo andare? Ma perché lì sono nati i Clannad! Come chi sono i Clannad!

I Clannad sono un gruppo musicale irlandese formatosi nel 1970, e si chiama così dalla contrazione di “an Clann as Dobhar” (la famiglia di Dobhair); i componenti infatti sono tutti parenti tra loro: i tre Brennan, Ciaran, Pol e Moya (due fratelli e una sorella), e i due Duggan, Noel e Padraig, loro zii. Una quarta sorella, Eithne Brennan, si unì al gruppo nel 1979.

Nei primi anni Ottanta vennero notati dalla BBC che commissionò loro la colonna sonora per una serie di telefilm incentrata sul personaggio di Robin Hood. Poi una loro canzone (Theme From Harry’s Game) li fece conoscere oltre i confini irlandesi. Nello stesso periodo Eithne lasciò il gruppo e pubblicò il suo primo album solista col nome di Enya (che sarebbe poi diventata l’artista solista irlandese ad aver riscosso più successo nel mondo, nonché il fenomeno musicale più importante del suo paese dopo gli U2).

Come dicevo furono notati per quel pezzo, “Theme From Harry’s Game” nel 1982. La canzone era stata commissionata per una miniserie della Yorkshire Television ambientata durante il conflitto nordirlandese, che si era svolto a partire dalla fine degli anni ‘60 e che aveva visto gli scontri tra la comunità cattolica, legata alle idee nazionaliste e repubblicane, e i protestanti dell’Ulster.

La sigla fu un successo, eclissando di gran lunga la serie TV per cui era stata scritta. Quella canzone segnò una sorta di nuovo inizio per la band. Firmarono un contratto con una major e iniziarono un graduale cambio di direzione verso materiale più ambient con accompagnamenti di sintetizzatore e armonie vocali, oltre ad avvicinarsi lentamente a un’espressione più rock rispetto al puro folk degli anni precedenti.

Gli U2 si innamorarono di quella canzone, a tal punto che la scelsero come musica di chiusura per i concerti tenutisi durante il loro tour americano del 1983. Ovviamente i Clannad ne furono piacevolmente sorpresi e questa reciproca ammirazione sfociò in una richiesta di collaborazione che il gruppo fece a Paul David Hewson, in arte Bono, leader degli U2.

Pol e Ciaran Brennan avevano scritto la maggior parte dei testi per una canzone e registrato una base musicale che a loro sembrava perfetta per aggiungerci un elemento esterno, e la prima sera in cui Bono arrivò agli studi di registrazione ai Windmill Lane Studios di Dublino ci misero qualche ora per trovare il migliore assetto e dopo qualche ora di lavoro si diedero appuntamento al giorno dopo.

Quella notte il cielo di Dublino fu solcato da una tempesta di fulmini mai vista prima e il risultato fu che quasi tutti gli artisti dormirono poco, e per fortuna! Pol Brennan, infatti, durante la tempesta rimase sveglio a scrivere (e dal testo, che commenterò dopo, qualcosa si capisce) e la mattina dopo, quando si rincontrarono agli studi, erano tutti letteralmente “elettrizzati”. Moya raccontò:

“È stato fantastico guardare come Bono ha creato la sua parte di canzone da solo e come ha raggiunto quelle note, il suo canto e tutto il resto. Tutto era fantastico. È stato semplicemente fantastico da guardare. È appena entrato in studio e ha improvvisato la sua voce in due riprese, inventando molti testi per adattarli alla canzone sul momento. Il tutto è durato circa dieci minuti. È stata una delle cose più straordinarie che abbia mai visto in uno studio”.

“In A Lifetime” fu pubblicato come terzo singolo dell’album “Macalla” il 13 gennaio 1986; entrato prepotentemente nelle classifiche in diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Irlanda, Regno Unito, Italia e Brasile, è tuttora una delle canzoni di maggior successo dei Clannad e, volendo considerarlo come tale, il lavoro solista di maggior successo di Bono.

Ovviamente qualsiasi singolo che si rispetti a metà degli anni ’80 aveva un video musicale di accompagnamento. Il video di “In A Lifetime” è stato diretto da Meiert Avis e girato nella città natale di Clannad, Gweedore, nella contea di Donegal. Il video è ambientato nell’Irlanda degli anni ’30 e si basa sulla vita della gente di campagna locale di quel tempo e sulle antiche tradizioni irlandesi.

Si vede una stretta strada di campagna che costeggia un lago, poi una giovane coppia che guida insieme uno scooter, una coppia di anziani che percorre quella stessa strada, e ancora diversi bambini piccoli che camminano lungo quella strada, seguiti da un carro funebre. E, naturalmente, Moya Brennan e Bono in piedi sulla stessa strada che cantano la canzone.

Il paesaggio sembra spazzato dal vento, umido e nebbioso, ma allo stesso tempo c’è della bellezza in esso, e ti sembra di vedere scene di una vita, ed esempi di come il passare del tempo ci riguarda tutti, adattandosi così ai temi della canzone. Vi invito a vedere il video, ma non prima di aver ascoltato la canzone, come consiglio sempre in questi casi, con delle cuffie e assolutamente non mentre si sta facendo altro. Come ho detto altre volte parlando di questa canzone, per come è fatta, con il crescendo della musica e delle voci dei due interpreti, è quanto di più vicino al piacere fisico sia mai stato messo in musica.

Passiamo ora al testo. La difficoltà principale sta nel fatto che le voci dei due cantanti si intersecano e sovrappongono per tutto il brano; oltre questo, proverò a non tradurre la canzone letteralmente per dare anche un senso a tutto il testo:

Hard to tell

Difficile vedere

Or recognise a sign

o riconoscere un segno

To see me through

che mi conduca in salvo

A warning sign

un segnale di pericolo

(First the thunder) Satisfied,

(Prima il tuono) Soddisfatto,

(Then the storm) if the past it will not lie

(Poi la tempesta) se il passato non mentirà

(Torn asunder) the future you and I

(Hanno lacerato) Il futuro, tu e io

(In the storm) get blown away

(Nella tempesta) verremo spazzati via

In a lifetime

In una vita intera

In a lifetime

In questa vita

As the rain it falls (we begin again)

E mentre la pioggia cade (di nuovo)

Heavy in my heart (as the storm breaks through)

Gravemente nel mio cuore (Mentre la tempesta infuria)

Believe the light in you (the light shines in you)

Credi nella luce che è in te (così che essa splenda in te)

faded and worn (without colour)

sbiadito e consumato (senza colore)

Torn asunder in the storm

Squarciato nella tempesta

Unless the sound has faded from your soul

Sempre che il suono non sia svanito dentro te

Unless it disappears

Sempre che non scompaia

(First the thunder) Selfish storm

(Prima il tuono) tempesta egoista

(Then the storm) hold on the inside

(noncurante, la tempesta) immobile dentro

(Torn asunder) one life

(Lacerano) una vita

in the storm

nella tempesta

In a lifetime

In una vita intera

In a lifetime

In questa vita

In a lifetime

In tutta la vita

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3 pensieri riguardo “In a lifetime

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